giovedì 12 maggio 2011

Se ci facessimo i fatti nostri

Se ognuno di noi, a cominciare dagli Stati, ci facessimo i fatti nostri, il mondo sarebbe un altro. L’esperienza del resto lo insegna e i proverbi che su di essa si basano, lo confermano. Il problema è che le nostre azioni sono spesse guidate dall’egoismo, dalla sopraffazione, dalla menzogna, dal bisogno di primeggiare o dettate sempre e spesso da sentimenti deteriori che finiscono col coinvolgere gli altri, peggiorando la nostra e l’altrui esistenza. Si giustifica, per esempio, un nostro comportamento camuffandolo col desiderio di portare pace tra due persone, ma spesso guidato da un interesse personale; si giustifica un intervento armato col bisogno di esportare la democrazia, ma col segreto intento di ricavare un profitto economico; si coltiva un’alleanza tra due Stati per condizionare quella degli altri e si potrebbe continuare. La storia lo insegna e la pace, ove questo bene attecchisce, si chiami nazione o animo, spesso è sulla neutralità che si fonda. Qualcosa su questo fronte lo insegnano la Svezia e la Svizzera, solitamente neutrali e/o in genere i paesi nordici assai riluttanti ad essere coinvolti in dispute internazionali.
Purtroppo nella vita degli individui singoli come in quella degli Stati prevalgono ragioni di convenienza che fanno dimenticare il principio cristiano: "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”, stravolgendo, talvolta con la propria condotta egoistica e prevaricatrice o falsamente benefattrice il destino proprio e quello degli altri. La guerra in Iraq, in Libia e ovunque questo male attecchisce altro non è che la conseguenza dell’ingerenza nei fatti altrui. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e i risultati che si ottengono da questa sconsiderata condotta, singola o collettiva spesso non ripagano dei sacrifici spesi. Spesso, analizzando queste condotte umane è legittimo il dubbio: ” E’ Dio che ci ha creato a sua immagine e somiglianza o siamo noi a pensarLo a nostra immagine e somiglianza?”. L’esperienza sembrerebbe propendere per la seconda ipotesi.
Saro Pafumi

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