venerdì 2 luglio 2010

I discorsi da bar

Al bar, si sa, gli argomenti sui quali discutere sono sempre gli stessi: lo sport. l’economia, la politica. archiviato quello sulle donne che ad una certa età è patetico. Di questi tempi l’argomento che tiene banco è lo sport e i commenti sono i più vari. A sentire quelli che di calcio se ne intendono, nessuno dei presenti ai campionati del mondo era degno di stare in campo. Del resto certe sentenze sono scontate: quando la palla non entra in porta, la colpa non è certo degli spettatori, Se il povero Lippi dovesse ascoltare i consigli dei teleutenti, quasi tutti allenatori per vocazione, i cambi sul campo di gioco dovrebbero avvenire al ritmo di uno al secondo, il che significa che l’allenatore della nazionale dovrebbe avere a disposizione i calciatori di tutte le squadre italiane. Seguo la disputa sportiva, ma non mi appassiono più di tanto, perché se mi chiedete consigli di calcio dovete spiegarmi prima perchè il pallone è rotondo. Archiviata la polemica sportiva con la figuraccia dell’Italia, sulla quale è meglio sorvolare per carità di patria, si passa all’economia. Qui i pareri sono più concordi. Quasi tutti siamo d’accordo che le tasse sono troppe, gli stipendi non adeguati, le pensioni da fame. E quasi tutti, caso più unico che raro d’unità d’Italia, abbiamo anche la ricetta come sollevare l’economia: far pagare le tasse ai ricchi e a quelli che non le pagano, che sostanzialmente significa “agli altri”. Quando si tocca il tasto dell’evasione, il discorso si fa più serio, perché in quest’ambito ci guardiamo tutti con sospetto, perché sotto-sotto nessuno è certo dell’altro. Meglio sorvolare e passare alla politica. “Il qualunquismo” è il vero mattatore della disputa. Non si salva nessuno o quasi. Col solito distinguo: chi ha il cuore a sinistra salva qualcuno del suo orientamento, quello che lo ha a destra, per bilanciare, fa lo stesso. In un contesto dialettico così fluido e personale la soluzione migliore, come al solito, la suggerisce l’ultimo arrivato: “ Io” dice, agli astanti, “introdurrei in politica “la raccolta differenziata”, sperando di riuscire ad isolare il disonesto dall’onesto, l’avido dal parsimonioso, il competente dall’incompetente”
“L’idea non è malvagia”, provo ad obiettare, “però resta il problema di trovare il sito di stoccaggio dove raccogliere la parte da scartare” E con questa battuta ci salutiamo, amici come e più di prima.
Pubblicato su La Sicilia il 02/07/2010
Saro Pafumi

Nessun commento: