mercoledì 28 luglio 2010

UN MALESSERE MODERNO





Sarà pur vero che i consumi sono in diminuzione; che molte famiglie, a causa della crisi economica, sono costrette a rinunziare a generi di prima necessità, alimentari compresi, ma a ben guardare in giro le impressioni sono diametralmente opposte. Si vedono sopratutto giovani, d’ambo i sessi, andare in giro, specie in questo periodo estivo, in cui l’abbigliamento nasconde poco e male le forme corporee, facendo sfoggio di deretani al cui confronto “er cupolone “ impallidisce. Non sono da meno pingui pancioni che se si avesse cura di girare di 180 gradi la testa di chi li ostenta ben si confonderebbero con la parte posteriore del corpo. Per non parlare dei cuscinetti adiposi sui fianchi di certe fanciulle, resi ancor più visibili dall’uso dei pantaloni a vita bassa, da confondersi con i parabordi di barche da diporto.
E’ certamente vero che in alcuni casi trattasi d’obesità, dovuta a qualche disfunzione, ma nella maggior parte dei casi la cattiva o troppa alimentazione n’è la causa.
Una sana e corretta alimentazione farebbe piazza pulita di certe visioni sconce, ma mancano la cultura e la volontà di perseguirla specie da parte dei genitori che sulla salute dei minori in particolar modo potrebbero e dovrebbero intervenire. Avviene invece che molti considerano la grassezza sintomo di buona salute, ostinandosi a credere che certa floridezza femminea o mascolina attira anziché respinge. Mi diceva una donna anziana che della sua magrezza s’era fatta una malattia: la donna è interessante “quannu c’è chi pigghiari e chi lassari” che tradotto in termini linguistici accettabili è come dire che la donna deve essere moderatamente formosa. Un concetto “giunonico”sul quale si puo’ essere d’accordo a condizione che la formosità non straripi nella pinguedine che è il rovescio della florida avvenenza. Come al solito “in medio stat virtus”, una condizione d’equilibrio, difficile da raggiungere in ogni manifestazione di vita.
Pubblicato su La Sicilia il 28/07/2010 Saro Pafumi

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