mercoledì 1 maggio 2024

Non tutti gli amori fioriscono in primavera

 

Non tutti gli amori fioriscono in primavera.

“ Tho! Guarda chi ci viene incontro, lei: una bella donna, impegnata nel sociale. Se vuoi, te le presento” disse Mario

 “Non è il caso, in mezzo a tanta folla” rispose Dario, che, scostandosi da Mario, fece finta di guardare dentro una vetrina, per evitare l’imbarazzo di quell’incontro inaspettato.

Non ebbe il tempo di formulare la risposta, quand’ecco che lei lo urtò con la spalla, per evitare d’inciampare con chi le stava davanti, in quella mattina di tarda primavera, in cui molta gente affollava la città.

Nessuno chiese scusa per quell’atto involontario, come se entrambi non avessero colpa di quello scontro. Uno scontro assai fugace, che nella mente di Dario lasciò qualcosa d’incompiuto, quasi un presagio di ciò che sarebbe accaduto.

Lei, Rita, così si chiamava, era impegnata nel sociale e Dario frequentava spesso quell’ambiente, dove praticava il volontariato. Prima  o poi doveva accadere che s’incontrassero e quando avvenne, Dario si ricordò subito di quello ‘scontro’avvenuto in quella lontana mattina di primavera.

Ora lei gli stava davanti, in tutta la sua avvenenza, rimanendone folgorato. Il suo aspetto fisico possedeva un non so che di mistico, che esaltava la sua bellezza, soave e leggera, quasi evanescente, come un giorno di primavera, che per la sua natura poetica, aiuta a formulare emozioni e sensazioni profonde. La stessa sensazione che si attiva, quando si ammira un campo di ciliegi in fiore, che odorano di primavera. Le sue mani bianche, come il latte, quando si muovevano par accarezzassero l’aria. La sua voce calma, suadente, ma incerta,  accompagnava il suo sguardo, che si perdeva nel vuoto.

Gli incontri col tempo diventarono numerosi, sempre più forieri di sensazioni forti per entrambi, trattenute dalle condizioni personali: lui coniugato con prole, lei casta, per virtù. Una scelta forte, che presuppone la convinta rinuncia a donarsi, in vista di beni ritenuti superiori: etici, religiosi o per accadimenti naturali o esperienze di vita Con la crescente intimità, lei fini di ammettere che quella scelta era nata da una cocente delusione d’amore e con quella scelta libera aveva trovato rifugio, per fuggire alle umane passioni. Una scelta che Dario considerava stantia, banale, sprecata, dato il suo irresistibile fascino, ripiegato tra le piaghe del destino.

Tra un incontro e l’altro, era inevitabile che quelle due vite, racchiuse in gabbie separate, fossero destinate a intrecciarsi, senza un perché, finché un giorno le vincenti forze della natura sbocciarono in un bacio. Lei non si ritrasse, ma non assecondò l’amoroso gesto. Lasciò che le sue labbra rimanessero serrate e il suo viso si girasse dall’altra parte, sospinto da quello sfuggente bacio. Solo i loro occhi parlavano, lanciando vicendevoli sguardi, pungenti come aghi di pino, da cui par trasudassero repressi desideri di due martoriate anime. Per Dario il bacio su quelle labbra inafferrabili, non accettato, ma nemmeno respinto aveva il sapore del miele. Gli occhi di quella donna che gli stava davanti, sembravano a Dario fiocchi di gioia che si adagiavano dolcemente sulla sua anima, mentre a lei quel bacio inaspettato parve una carezza di Dio. Nessun dei due osava aprirsi, imprigionati, com’erano, in storie diverse. Quell’amore, non cercato, era solo un seme sepolto nel mondo oscuro delle intenzioni, che mai si sarebbe tramutato in fiore, simbolo di una primavera amorosa. La prole e la castità, che contrassegnavano le loro vite, erano valori irrinunciabili. Rimaneva solo quel bacio, una bianca rosa, in un giardino di spine, un suggello d’amore impossibile. Nato per caso, perché poteva accadere, perché doveva accadere, perché è accaduto. Come le tante cose che accadono senza un perché.

 

 

 

 

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