sabato 19 dicembre 2015

Ai giovani d'oggi



Ai  giovani d’oggi.
Finora abbiamo taciuto, sbagliando. Ma ci dovrà pur essere qualcuno che vi parla col cuore in mano. In genere questo compito spetta a noi genitori, ma quanti di noi hanno il coraggio di dirvi realmente come stano le cose? Ci sforziamo, perciò di darvi quello che possiamo, eludendo il problema principale: il vostro futuro. E’, forse, per questo senso di colpa, accompagnato dall’amore che nutriamo per voi, che vi garantiamo quel minimo di benessere che possiamo: facendovi studiare e procurandovi magari qualche sano divertimento. Ma non illudetevi, perché tutto ciò finirà alla nostra morte, nel qual caso dovrete camminare sulle vostre gambe. E non è detto che ci riusciate, perché le premesse sono assai tristi. La patria ci offre poco, impegnata com’è a salvare se stessa e anche noi, ma ci vuole tempo perché si ricostruisca. L’Europa è un cantiere aperto, in cui le cose da fare sono molte e non si comprende quali prospettive ci saranno. Per rendere l’immagine più chiara, dobbiamo immaginare l’Europa come una casa in strutturazione, dove al momento manca tutto: Il bagno, la cucina, il posto per dormire e i mobili sono accatastati in un unico ambiente. In queste condizioni la precarietà è d’obbligo e le previsioni sulla durata della strutturazione sono ignote. Nessuno ha la sfera magica nella quale poter leggere il futuro, ma, a naso, vi confessiamo che i tempi che vi aspettano saranno duri e incerti. Cosa fare in queste condizioni? Per prima cosa occorre stringere i denti, impegnarsi al massimo negli studi o industriarsi nel migliore dei modi. Chi vorrà recarsi all’estero, non perda tempo, perché arrivarci giovani serve a voi stessi e al mondo che vi attende. Per chi rimane, non disdegnare nessuna forma di lavoro, purché rispetti la dignità umana. Migliorare è sempre possibile, purché si abbiano determinazione, volontà e fortuna. Quanto durerà questo stato di incertezza e precarietà? Meglio non pensarci, perché si corre il rischio di farsi venire i brividi nella schiena. Voi giovani, avete a disposizione una piccola zattera messa a vostra disposizione dai vostri genitori, ma non è con la zattera che si può navigare in mare aperto. Occorre saper nuotare da soli, perché l’approdo è lontano e incerto, ma c’è, siatene certi. Basta volerlo con determinazione e la gioventù vi aiuta. Cosa possiamo augurarvi noi genitori? Auguri e buona fortuna. E il nostro amore, immenso, appena velato di tristezza. Saro Pafumi FB 08.06.2014

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