giovedì 5 luglio 2012

Carburanti, un imbroglio

Quanto sta accadendo nel nostro Paese nella vendita dei carburanti è l’ennesima "insalata all’italiana". Un misto d‘imbroglio, d’affarismo, di spregiudicata concorrenza, tutto sulla pelle dei gestori che, in sostanza, sono l’unica categoria a sopportare lo squilibrio nella vendita dei carburanti. Occorre premettere che ha qualche fondamento la tesi degli automobilisti che il prezzo dei carburanti in Italia soffre di una sproporzionata ipertrofia dovuta all’ingordigia delle compagnie petrolifere, se è vero che il prezzo alla pompa può subire contrazioni di oltre venti centesimi al litro, senza che il mercato ne subisca conseguenze. Fatta questa necessaria premessa, occorre precisare che il carico dell’offerta (minore prezzo) ricade interamente sulle tasche dei gestori chiamati a fare lo sconto, giacché essi sono obbligati a pagare in contanti e a prezzo pieno, salvo a essere rimborsati a fine campagna promozionale, fatti salvi i probabili ritardi, quando entra in campo la discrezionalità delle compagnie fornitrici. Ma v’è di più. “Il sistema” messo in atto determina una palese violazione della concorrenza, perché impedisce a quei gestori arbitrariamente esclusi dalla “scontistica” di potere praticare gli stessi prezzi degli altri distributori, a parità di bandiera e/o compagnia petrolifera. Un problema questo tutto interno alla categoria dei gestori che i sindacati omettono di denunziare e persino d’impugnare davanti all’Autorità garante della concorrenza, a tutto danno di chi dovrebbero tutelare Non tanto per denunziare gli sconti, che la totalità dei gestori condivide, quanto perché essi sconti sono effettuati a “macchia di leopardo”, impedendo alla generalità dei gestori di aderirvi. Ecco perché è legittimo definire l’attuale sistema “un’insalata all’italiana”, dove ciascuno per la sua parte (governo, compagnie, sindacati, garante per la concorrenza) ci mette la sua parte, il tutto condito con l’insipienza delle leggi, con l’ingordigia delle compagnie petrolifere, col disinteresse dei sindacati e senza sale (nella zucca). Non c’è da stupirsi, siamo in Italia!


Pubblicato su La Sicilia il 05.07.2012 Saro Pafumi

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