mercoledì 20 giugno 2012

Studiare la storia del proprio paese

Nelle scuole si da spazio allo studio della storia, ma quasi mai si approfondisce la storia della cittadina in cui si è nati o si abita. E’ un paradosso del nostro sistema scolastico, che il buon senso di chi è preposto all’insegnamento della storia farebbe bene a colmare. Nei piccoli paesi raramente succede qualcosa d’importante, da passare alla storia, perché quella dei piccoli centri urbani è una quotidianità spicciola, che poco alla volta cambia il volto del paese per diventare storia, senza che l’opinione pubblica se ne accorga. Sarebbe interessante, per esempio, conoscere chi si prodigò perché una piazza sorgesse o fosse eretto un monumento o costruito un’opera, contribuendo a impreziosire l’aspetto urbanistico della propria città, arricchendola di valori. Si farebbe opera meritoria alla storia cittadina e al futuro delle giovani generazioni. La vita di un pase si costruisce giorno dopo giorno, mettendo un mattone sopra l’altro, fino a formare l’architrave di una storia da tramandare. Una piazza, per esempio, non è solo un insieme di alberi, viali, panchine, lampioni, aiuole, ma è formata essenzialmente da idee, dibattiti, progetti, lavori in cui la parte culturale è la più preponderante. I primi col tempo possono trasformarsi o perire, le idee non muoiono mai. La storia serve a questo: a tramandare il ricordo di uomini, opere e azioni umane.Saro Pafumi

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