mercoledì 30 novembre 2011

San Giorgio e la crisi


In questi giorni è stato dato risalto al biglietto indirizzato da Enrico Letta a Monti in cui si parla di “miracolo”, ossia del prodigio di mettere insieme maggioranza e opposizione nel sostegno al governo Monti. Fuori da ogni metafora e ipocrisia le ragioni del “miracolo” sono facilmente comprensibili: la maggioranza, trovandosi col fiato corto, non poteva passare alla storia come il governo che aveva portato l’Italia al default; l’opposizione, perché, pur sapendo di vincere le elezioni, non voleva essere il partito di lacrime e sangue. Questa combinazione di ragioni convergenti, sia pure opposte, ha realizzato “il miracolo italico” di dar vita a un governo tecnico, secondo la nota teoria delle convergenze parallele inventata da Moro. Il Santo che ha operato “il miracolo” non poteva che essere “San Giorgio”, protettore dei cavalieri (leggi: banchieri) che, racconta la leggenda, affrontò il drago (la crisi) e, incarcerato dall’imperatore Diocleziano, predisse sette anni di tormenti (leggi: per il popolo italiano). Condannato a morte risuscitò, operando il miracolo di risuscitare due persone (maggioranza e opposizione) per poi farle sparire, facendo posto al terzo polo tanto caro alla Chiesa. La leggenda si ferma qui, ma pare che San Giorgio sia risuscitato un’altra volta, Qualcuno giura di averlo visto al Quirinale. Pubblicata su La Sicilia il 30.11.2011 Saro

1 commento:

carlo ha detto...

Mi spiace non avere letto prima questo articolo . Che analisi -
Sempre con stima ....Mhhhhhhhhhhh!!q
Forse il PD avrebbe vinto l'elezioni solo per reazioni a Berlusconi , ma molti non hanno dimenticato quel governaccio di trenta mesi del governo di c.d. sinistra Prodiana causa di mala politica e repressione sociale . Il vero assenzo converge nell'astensionismo prodotto da dilagante scoramento ,unitamente a voti di protesta (schede bianche nulle e invalide) laddove si raggiunge il 45 per cento d'espressione . Carlo Teri