lunedì 5 agosto 2013

Quattro passi tra gli amici dell'uomo


Mancano i turisti a Linguaglossa? In compenso abbondano i cani. LI puoi trovare di giorno e di notte, per vie e piazze. Sono diventati talmente assidui da meritarsi ognuno un nome e un indirizzo, come si fa con gli amici più intimi. Erasmo dagli occhi di ghiaccio, lo puoi trovare in Via Esperia; Giulia, una veterana del luogo, in via Oberdan; Marisa, quella col ciuffo bianco è di stanza alla stazione. Poi c’è Mercadante che abbaia di continuo quando vede qualcuno che non è del luogo. Orlando è furioso, ma con un pezzo di pane puoi fartelo amico. Poi ci sono i fidanzatini: Veronica e Costanzo, mai che si lascino per un istante. La gelosia li costringe a stare incollati. Poi ancora c’è Rambo “uno stallone” di quattro anni che gironzola per le vie del paese. Guai a incontrarlo al momento giusto: una nidiata di nove cuccioli è assicurata. Lui non teme la famiglia numerosa. Sa, col suo fiuto, dove trovare gli avanzi più appetitosi. In questa vasta schiera di amici dell’uomo c’è sempre l’attaccabrighe, Iron, il nome, una garanzia, T’insegue in auto, sfidandoti in velocità, come se volesse dirti: “ Stronzo, scendi da quella boiata di macchina e fatti una corsa a piedi, vediamo chi arriva prima”. Il depresso del quartiere si è scelto il nome da solo. Si fa chiamare Amen e staziona, sconsolato e pensieroso, sulla scalinata della Chiesa Madre. Non accetta oboli, come può sembrare, ma in compenso dispensa festosi scodinzolii. E’ un cane mite, l’ambiente ecclesiastico ha forgiato il suo carattere. Il più insopportabile e screanzato è Pissy, i cerchioni delle auto sono i suoi “doppi servizi”. Deve essere un cane extra comunitario, perché spesso preferisce le auto italiane per espletare i suoi bisogni. Attirano una certa curiosità, invece, due meticci in perenne atteggiamento affettato e lezioso. Qualcuno, osservandoli, ci ricama sopra una storia d’amore gay. Il più simpatico di tutti è Certus Primo il cui incedere austero e la sua preferenza per i cibi di qualità tradisce sicure, nobili origini. Lex è il più intelligente. Attraversa sempre sulle strisce pedonali e fa un certo effetto vedere, più avanti, “il suo padrone” che non lo fa. Come sempre in questa variegata società canina siciliana non può mancare lui, Nefandus, il più temibile, l’usurpatore del territorio. Disdegna gli umani che evita volentieri, ma ai suoi simili non fa sconti a nessuno. Segna il territorio in cui regna sovrano, che “marca” col suo inconfondibile olezzo. Le aiuole verdi sono le sue dimore, dove bivacca di continuo, mandando messaggi a destra e a manca. Non cerca il cibo, a lui tutto è dovuto. Tutti fanno a gara per farselo amico. Non si sa mai. Avere come amico Nefandus anche per gli umani è un onore.

A notte inoltrata, quando gli umani hanno finito di litigare o commettere nefandezze, tutti questi cani che qualcuno impropriamente definisce “randagi”, ma che mansueti sono oltre ogni dire, si riuniscono alla periferia del paese, dove l’homo civilis ha liberamente insediato il suo quartiere generale d’avanzi alimentari. Qui, dove la democrazia canina regna sovrana e indisturbata, ciascuno consuma il suo pasto senza spintoni e/o prevaricazioni, secondo l’antico precetto del diritto romano: “unicuique suum”. Ah! Se una volta tanto traessimo insegnamento dall’amico dell’uomo, senza abbaiare, né chiedere o pretendere come fa Amen dall’alto della sua scalinata. Pubblicata su La Sicilia il 10.08.2013.Saro Pafumi

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