domenica 2 giugno 2013

Le famiglie disattente nell'educazione dei figli.


L’Italia ha riconosciuto la convenzione di Istanbul. Un passo avanti nella difesa della femminilità. Tutto ok verrebbe da dire, perché se c’è una legge, finalmente, che disapprova alcuni comportamenti maschili, prima tollerati, la circostanza induce all’ottimismo. Nutro qualche dubbio, però, che le cose cambieranno in modo sostanziale, perché ciò che deve cambiare è una certa, manifesta rilassatezza della famiglia nei confronti dei figli e delle figlie, più vulnerabili dei primi. Il lavoro familiare, lo stress, la crisi, le preoccupazioni quotidiane, una certa, eccessiva, irresponsabile libertà nei confronti della propria progenie non consente alla famiglia di seguire i propri figli nella vita quotidiana con il dovuto rigore. Avviene, per esempio, che le famiglie non conoscono il gruppo di amici dei propri figli, la loro vita al di fuori della famiglia, i loro amori, talvolta tenuti segret, e neanche eventuali atti di violenza subiti, perché la donna in generale ragiona più col cuore che con la testa, il che non permette di avere la necessaria lucidità che le permette di prevenire determinati atti violenti. Il rapporto famiglia-figli è la chiave che consente di verificare la validità di un rapporto messo in essere dai propri figli. Se a ciò si aggiunge che determinati rapporti sentimentali nascono, crescono e si evolvono attraverso “ la rete” le sorprese sono o possono essere dietro l’angolo. Un tempo la mano della promessa sposta si chiedeva ai genitori, oggi purtroppo la vita delle proprie figlie “si abbandona” in mano a sconosciuti in nome di una libertà acquisita che non consente ai genitori consigli, interventi, veti ecc. Le figlie non sono bambole di pezza con cui giocare L’interessamento, la vigilanza dei genitori sono doverosi. Certi spiacevoli, dolorosi accadimenti comportano purtroppo la responsabilità delle famiglie, troppo assenti e distratte. Senza una continua, doverosa, assidua vigilanza dei genitori, la legge può sanzionare l’atto delittuoso, ma certamente non prevenirli. Saro Pafumi

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