martedì 7 agosto 2012

Ex galeotti,preferibilmente siciliani.Inviare curriculum per recupero crediti

Sul sito on line del Corriere della Sera è apparso un annuncio di un’agenzia specializzata nel recupero crediti del seguente tenore: “ Azienda seria e referenziata cerca uomini decisi, di poche parole e prestanza, ex culturisti ex galeotti, per recupero crediti in tutta Italia. Molto apprezzate origini meridionali, calabresi o siciliane. Si offre contratto e lauti compensi. Inviare cv, necessariamente con foto intera. Astenersi perditempo.” L’annuncio era apparso per la prima volta sul sito Subito.it, in seguito rimosso. L’annuncio apparentemente “stravagante” (non è dato sapere se trattasi di un annuncio vero o di una provocazione), contiene però due elementi di verità. Sta a dimostrare la crisi della giustizia che rende oltremodo difficoltoso il recupero crediti in tempi brevi e la necessità di ricorrere a metodi alternativi, efficaci e tempestivi. L’autore dell’annuncio ha inteso individuare nelle caratteristiche somatiche di calabresi e siciliani la soluzione del problema. Qualche commentatore ha storto il naso, ignorando o facendo finta d’ignorare che tale pratica è più diffusa di quanto si creda. L’originalità, semmai, sta nel fatto che una volta tanto qualcuno, per provocazione o realmente, è uscito allo scoperto o ha inteso denunziare una prassi ormai consolidata. Chi meglio di un calabrese o siciliano può incarnare il prototipo richiesto per il recupero crediti? La TV con i suoi sceneggiati sulla mafia ha contribuito a diffondere questo tipo di realtà. Nel caso dell’annuncio si è trattato di arruolare uomini idonei alla bisogna, identificati in base alla loro origine territoriale. Non si pensi comunque che il “prototipo” richiesto con l’annuncio, minacci, “in corso d’opera” chissà quali calamità o eserciti chissà quali pressioni. Si racconta di un tizio, assai prestante, specializzato nel caso in esame, che, nel presentarsi a casa del debitore, non profferiva che poche parole. Nel commiatarsi gli bastava esercitare con la mano una certa pressione sulla spalla del debitore, così da rendergli difficoltoso il distacco dei piedi dal suolo. Un “ antipasto” di quello che sarebbe potuto accadergli. L’annuncio “incriminato” si rivolge a coloro che in certa letteratura popolare sono definiti “ omini ‘i panza”. Razzismo, provocazione, necessità? Nel praticare il bene o nel fare il male ci vuole “vocazione”. Niente di scandaloso se, a parere di qualcuno, rientriamo nel secondo paradigma. Questo tipo di croce da tempo la portiamo addosso e non facciamo nulla, letteralmente nulla per liberarcene.


Pubblicata su La Sicilia il 07.08.2012. Saro Pafumi

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