venerdì 10 dicembre 2010

Piano Provenzana, finalmente parole chiare

“Meglio tardi che mai” verrebbe da dire, leggendo il chiarissimo servizio ( La Sicilia del 025/12) di Casabianca sulle cause del ritardo nell’attuale stagione sciistica a Piano Provenzana. Finalmente una diagnosi convincente di cui si sentiva bisogno, sollecitata anche su questa rubrica. Nell’articolo nulla che non si sapesse già, con la differenza che la verità scritta è finalmente emersa spazzando dubbi, incertezze, reticenze, interpretazioni e corroborata da brani di corrispondenza tra la Star e una ben definita parte politica molto eloquenti e indicativi. Nulla che non si sapesse dicevamo, perché “ l’escursus” contenuto nell’articolo di Casabianca correva di bocca in bocca tra i cittadini di Linguaglossa ai quali erano persino noti i brani talvolta risentiti, talvolta forti della corrispondenza riportata A questo punto ci chiediamo: era necessario arrivare a tanto, senza trovare un’ipotesi d’intesa su cui elaborare uno schema d’accordo tra il Comune e la Star? Ci sia consentito di dire in qualità di semplice cittadino che la posizione della Star è oltremodo ragionevole e persuasiva, per due ordini di ragioni. La durata del contratto di concessione che deve essere ragionevolmente lunga per ammortizzare le spese di ricostruzione e l’esclusiva dell’impiantistica in capo alla stessa Società, perchè non è pensabile la frantumazione gestionale d’impianti che hanno bisogno di “girare” con la stessa regia di comando. Se qualcuno intravede a favore della Star un potere di dominio si adoperi perché altri operatori si affaccino sullo scenario turistico dell’Etna Nord.
A Linguaglossa, se lo sguardo di alcuni è rivolto al suo interno, non ci sono i mezzi economici per affrontare la ricostruzione, a meno che non si pensi a cordate già peraltro sperimentate, ma che in quest’occasione per incomprensibili ragioni ( ma non tanto), sono rimasti alla finestra a guardare. Il Comune giova ricordarlo ha il suo potere di forza nel rilascio delle concessioni, ma resta un potere debole, perché “le concessioni” sono scatole vuote che tali rimangono se non riempite di contenuti da società o privati disposti a scommettersi. E in questi casi di soldini ce ne vogliono a iosa. E allora anziché fare melina o denunziare “meschinità” sarebbe opportuno sedersi attorno ad un tavolo e trattare, magari fissando l’attenzione sulla forza lavoro che dovrà e non potrà non essere in gran maggioranza del luogo.. A meno che, e qui casca l’asino, il rilascio delle concessioni non si prefigga la ricerca di consensi politici che la Star non può promettere. Sfortunatamente anche quest’aspetto entra nel gioco, dimenticando che il consenso politico della cittadinanza di Linguaglossa è legato al decollo della ricostruzione indipendentemente da chi n’è l’autore o gli autori. Un ulteriore contributo di chiarezza sullo stesso argomento è dato dal lucido articolo sulla stessa Sicilia del 02/12 a firma A.Piraneo. E’ l’ulteriore dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, dell’importanza che l’Etna riveste per l’economia della provincia catanese, spazzando gelosie e invidie tra i due versanti Nord e Sud, deleterie, meschine ed infruttuose. Era ora che se ne parlasse e scrivesse così chiaramente ed autorevolmente perché a volte le coscienze preferiscono sonnecchiare o collassare per altri fini o non riuscire a vedere oltre al proprio naso.
Pubblicato su La Sicilia 11.12.2010
Saro Pafumi

1 commento:

zino raineri ha detto...

Leggendo e rileggendo la odierna
" corrispondenza" come riduttivamente viene definito il "contributo " al rilancio di Linguaglossa,nella stessa vi trovo trasferito il mio pensiero.
Complimenti Avvocato per la lucidità ed obiettività ma aspettati il " non gradimento" dei responsabili, a vario titolo,dello stato di stallo.